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Michele Brambilla, nasce a Monza nel 1958. Si laurea in Storia alla Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università degli Studi di Milano, e diventa giornalista professionista nel 1984. Ha iniziato nel 1976 sul bisettimanale locale Il Cittadino, mentre nel 1978 è stato corrispondente dalla Brianza e dalla provincia di Milano per Il Giornale. Ha lavorato al Corriere della Sera a Milano, dal 1985 al 2002: al Corriere fu cronista, poi vice capo cronista di Milano, quindi vice caporedattore della Cultura e del magazine Sette.
Il 12 ottobre 2002 divenne direttore del quotidiano La Provincia. Dal maggio alla fine di novembre del 2006 è stato vicedirettore di Libero. Dal 1º dicembre 2006 all’agosto 2009 è vicedirettore del quotidiano Il Giornale. Dal settembre 2009 è alla La Stampa, prima come inviato-editorialista e dal settembre 2014 vice direttore. Dal 23 novembre 2015[2] al 28 febbraio 2019 è direttore della Gazzetta di Parma.
Nel marzo 2019 assume la direzione di QN Quotidiano Nazionale (consorzio che riunisce i quattro quotidiani La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino e Il Telegrafo) succedendo a Paolo Giacomin.
Cattolico, ha scritto diversi testi dedicati alla fede. Critico degli anni della contestazione, vi ha dedicato un lungo saggio, Dieci anni di illusioni. Storia del Sessantotto, chiuso in modo tagliente: «Sembra insomma che ogni speranza del Sessantotto si sia rovesciata nel suo contrario». Il periodo del terrorismo e la faziosità di molti nomi del giornalismo italiano sono l’argomento del suo precedente libro L’Eskimo in redazione, ristampato più volte nel corso degli anni.
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